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Il prurito non è un capriccio: per cani e gatti è un linguaggio, un modo di dire che qualcosa sulla pelle, nel pelo, nell’aria o nella routine non torna, e spesso la tentazione di “metterci sopra qualcosa che profuma” peggiora il quadro più di quanto aiuti;
La prima mossa utile è osservare bene: dove si gratta il pet (collo, orecchie, addome, zampe), quando (notte, dopo la passeggiata, dopo il bagno), con che intensità (leccamenti rapidi e frequenti, morsi, sfregamenti su tappeti e divani), e se compaiono segnali collaterali come forfora, arrossamenti a chiazze, zone umide (“hot spot”), alopecie localizzate o odore più marcato del solito.
Le cause più comuni sono un mix di fattori: stagione (aria secca o umida, pollini, acari della polvere che aumentano in casa in inverno), routine (troppi bagni, acqua troppo calda, phon troppo vicino, spazzole non adatte), ambiente (tessuti che trattengono umidità, cucce che asciugano lentamente, residui di detergenti profumati su pavimenti e coperte), alimentazione (switch di cibo, snack molto elaborati), stress (giorni caotici, visite, rumori, nuovi arrivi), oltre ovviamente a cause mediche che vanno escluse con il veterinario.
Gli errori ricorrenti sono tre: inseguire l’odore con profumi coprenti (nasi e pelle dei pet sono molto sensibili), lavare troppo spesso o con prodotti aggressivi che impoveriscono il film idrolipidico, e fare “mix creativi” di rimedi senza una finestra di osservazione, così diventa impossibile capire cosa sta funzionando; una routine base che aiuta subito prevede spazzolature regolari in base al tipo di pelo (cardatore su doppio pelo, pettine a denti fitti solo dove serve, guanto morbido su pelli delicate), detersione delicata quando necessario con risciacquo accurato e asciugatura completa (attenzione tra polpastrelli, ascelle, inguine), tessuti a contatto lavati e asciugati bene, areazione quotidiana degli ambienti, ciotole e collari puliti con prodotti non profumati, idratazione e dieta sana e naturale
Gli approcci naturali hanno senso se rispettano il microbioma cutaneo e puntano a riequilibrare, non a coprire: per esempio l’uso di microrganismi utili in superficie può aiutare a gestire il biofilm, pruriti e gli odori, mentre fitocomplessi interni supportano la resilienza della pelle nei periodi più sensibili.
In pratica, quando il quadro è lieve-moderato e non ci sono lesioni o dolore, puoi valutare un supporto mirato ma gentile: Dermospray EM per l’igiene quotidiana di cute e pelo (utile anche su punti a rischio odore come cucce e coperte) e FITO Active Skin (EIE) come sostegno interno nei periodi di sensibilità
Il metodo è introdurre un prodotto per volta, partire con quantità ridotte, osservare per 2-3 settimane segnando miglioramenti o reazioni, e solo dopo eventualmente aggiungere il secondo; se il pet si gratta furiosamente, se compaiono croste estese, otite, cattivo odore marcato dalla pelle, apatia o febbre, fermati e senti il veterinario perché potremmo essere davanti a infezioni, parassiti o dermatiti che richiedono un piano clinico
Il cuore del benessere cutaneo resta comunque la costanza: spazzolare, arieggiare, asciugare, scegliere superfici e detergenze amiche, offrire tempi di recupero e sonno di qualità.
Evitare gli eccessi fa più differenza di una qualunque “magia” messa una volta sola; tutte le integrazioni vanno considerate come complemento di buone abitudini, non come scorciatoie, e in caso di patologie note o farmaci in corso confrontati sempre con il tuo veterinario di fiducia.